sabato 29 ottobre 2016

Chico Buarque - AO VIVO PARIS - LE ZENITH



Se passate da qualche edicola in questo fine mese di ottobre dell'anno 2016  guardatevi bene attorno. Da qualche parte lì fra giornali, e di tutto e di più, di sicuro troverete il cd la cui copertina vedete qui sopra riprodotta.
I "benemeriti" di Musica Jazz hanno mandato alle stampe un disco a dir poco splendido.
"CHICO BUARQUE AO VIVO PARIS - LE ZENITH" è  un album che, originariamente edito nel  1991, rappresenta una delle più belle testimonianze della grande carriera del cantautore brasiliano Chico Buarque.
Detto che il disco è stato registrato  presso la celebre arena coperta "Le Zénith" il 10 maggio del 1979 va detto anche che questo cd è ormai praticamente  introvabile, e questa ristampa di Musica Jazz va quindi a riportare alla luce tutta l'arte della bossanova espressa qui da uno dei suoi massimi interpreti.
In 64 minuti di musica ci sono dentro 22 canzoni che hanno fatto una buona fetta della storia della musica d'autore made in Brasil.
Basti citare la "classica"  "O Que Serà" tanto per dirne una.  
Chico Buarque, autentico eroe della musica popolare brasiliana, in questa registrazione live vi porterà dentro il mondo colorato che passa per la sua città natale Rio de Janeiro fino ad abbracciare tutta la grazia e la passionalità di un continente intero.
Canzoni come la già citata "O Que Serà", "Samba do Grande Amor", "Joao e Maria", "Samba de Orly" (scritta con due altre leggende che rispondo ai nomi di Toquinho e Vinìcius de Moraes) sono qui eseguite da una "large band" che, oltre al Nostro con la sua inconfondibile voce e chitarra, comprende  Cristovao Bastos e Hugo Fattoruso alle tastiere, Luiz Claudio Ramos alle chitarre, Zeca Assumpcao al basso elettrico, Wilson Das Neves alla batteria, Chico Batera, Joaozinho, e Mestre Marcal alle percussione e  Marcelo Bernardes al sax soprano, flauto e clarinetto. Insomma una grande Band che suona e macina una bossanova celestiale.
Nel primo fresco di questi giorni autunnali niente di meglio di un disco come questo che, come una coperta, scalda i cuori e colora un po' il grigio del cielo.
Viva Chico Buarque.
Viva Brazil !!!



(Chico Buarque - Ao Vivo Paris Le Zénith - Joao e Maria)


martedì 4 ottobre 2016

Elvis ... e quando eravamo (quasi) Re.


C'è un momento nella vita di ognuno di noi nel quale sì, in quell'attimo lì, ci sentiamo (quasi) Re.
Ad ognuno il fato riserva questo momento. Poi c'è chi se ne accorge, e lo assapora fino in fondo, per rammentarselo per il resto della vita. E c'è chi invece è lì, come un Re, ma non se ne accorge e l'attimo vola via e diviene per sempre rimpianto senza poter essere ricordo.
Quando, esattamente 40 anni fa,  nell'ottobre del 1976 Elvis Presley registrò le sue ultime canzoni erano passati ben 22 anni dalle sue prime registrazioni del luglio 1954.
In questi 22 anni  Elvis divenne l'indiscusso Re del Rock & Roll.
"The King"  registrò e vendette tonnellate di dischi.
Tra le miriadi di pubblicazioni, edizioni e riedizioni, delle sue celebri canzoni  questa raccolta ELVIS - TODAY, TOMORROW & FOREVER  (edita nel 2002 e ristampata più recentemente nel 2014) ha il pregio di raccogliere in 4 cd  100 rarissime versioni di canzoni che il  Re amava cantare nelle più disparate occasioni.
Vi sono canzoni sue, ma anche gemme assolute di altri autori come  Ray Charles, Carl Perkins, Willie Nelson, Gordon Lightfoot, Buffy Sainte-Marie, Chuck Berry.
Canzoni bellissime. Senza tempo.
Canzoni che, riascoltate ancora oggi, regalano momenti di grandi emozioni: perchè Elvis era sì un personaggio parecchio scenografico, ma era sopra ogni cosa un interprete fantastico. Per lui rock, gospel, blues e country erano la stessa cosa.
Tra le 100 alternative takes  di questa raccolta ve n'è  una che mi ha davvero scaldato l'anima: la canzone è UNTIL IT'S TIME FOR YOU TO GO  ed è della cantautrice Buffy Sainte-Marie che la incise nel 1965.
Questa splendida versione del Re fu registrata il 17 maggio 1971.
Io avevo 11 giorni di vita e a Nashville vi era un Re.
Forever.



(Elvis - Until it's time for you to go)









sabato 1 ottobre 2016

Marcello Parrilli - MENDICANTI DI UMANITA'


Marcello Parrilli, cantautore toscano, manda alle stampe in questo autunno 2016 il suo quarto album titolo molto evocativo di MENDICANTI DI UMANITA'.
La comunità cantautorale toscana (da sempre molto attiva)  in quest'annata 2016 è in particolare fermento, e dopo gli ottimi lavori di Larocca, Cantini, Del Sangre e della "texana" Millanta ecco che arrivano le liriche e le musiche di Parrilli a dar manforte a quella che, a suo tempo, chiamai la  "truppa toscana".
Parrilli, classe 1978, si dimostra subito un cantautore di gran classe e in MENDICANTI DI UMANITA'  condensa in modo splendido il suo credo musicale: dodici canzoni  e 46 minuti di grande musica.
L'approccio musicale è quello tipico del classico cantautorato made in Italy e le basi di MENDICANTI DI UMANITA' sono lì nella voce, nella chitarra  e nelle splendide liriche di Marcello Ma non solo. Perchè Parrilli dimostrandosi un valido polistrumentista a tutto tondo nel disco  suona anche pianoforte e violino.
A colorare le canzoni del disco il cantautore toscano fa ampio e personale uso dei sintetizzatori che contribuiscono alla riuscita del progetto rivalndosi come un valore aggiunto.
MENDICANTI DI UMANITA' è stato registrato nell'ormai "leggendario" Paso Double Studio del "deux ex machina" Gianfilippo Boni.
Lo stesso Boni, che ha accompagnato Marcello lungo la via nella realizzazione del disco, è attivo in diverse canzoni con il suo splendido pianforte.
Anche altri "ragazzi della truppa fiorentina" fanno capolino qua e là nelle canzoni del disco: ci sono Max Larocca, Marco Cantini e Stefano Benucci in arte Fano. 
L'album si apre con la canzone che lo titola: MENDICANTI DI UMANITA'. La voce di Parrilli diviene familiare nel giro di pochissimi attimi e in questa prima canzone l'organo hammond di Boni, e il basso e la batteria rispettivamente di Lorenzo Forti e Fabrizio Morganti si raccolgono tutti intorno alle liriche molto aderenti alla realtà dei nostri giorni. Tempi nei quali l'umanità si deve, davvero, mendicare ed è dimenticata "Tra le vetrine di questa città / Senza cuore e senz'anima". 
IO E TE IN UN MONDO PERFETTO si apre con la sola chitarra di Marcello a dettare un'altra riflessione amara nella quale versi come "Io e te in questo vuoto iinteriore / che ci circonda, che ci inonda, che ci fa sentire soli / soli coi nostri cuori" raccontano di un autore che riesce ad esprimere nel breve spazio di una canzone profonde considerazioni su un mondo che è davvero "imperfetto".
La canzone QUELLI DELLA MIA GENERAZIONE è stata scritta da Marcello a quattro mani con il "nostro" Max Larocca. Ed è proprio lo stesso Max a cantare il primo verso di quella che è una dolente ballata che ripercorre le comuni esperienze di gioventù e che si chiude con la constatazione che "Quelli della mia generazione / hanno pensato all'amore / come al porto dell'adolescenza / in un viaggio senza partenza". Sempre ottimo il lavoro del trio Boni/Forti/Morganti a cui va comunque aggiunto il costante apporto dei sintetizzatori abilmente mossi da Parrilli.
CASS (LA PIU' BELLA DONNA DELLA CITTA') si apre con le magiche note della fisarmonica di Giacomo Tosti per poi addentrarsi in un tappeto sonoro con la chitarra, il pianoforte e i sintetizzatori  di Parrilli, il Rhodes suonato da Boni, il basso e la batteria sempre a macinare precisi sopra liriche che si rifanno a quanto narrato della bella Cass da Charles Bukowski nel suo "Storie di ordinaria follia". Le liriche di Parrilli sono mature e si accostano a mostri sacri della letteratura in punta di piedi ma con incisività.
Con METAMORFOSI Parrilli si approccia ad un altro personaggio leggendario della letteratura mondiale come Franz Kafka qui ricordato narrando il punto di vista di Gregor Samsa protagonista de "La metamorfosi". Ballata dai toni decisamente rockeggianti dove oltre ai sintetizzatori l'utilizzo del sequencers guidati da Boni creano un tappeto sonoro splendido.
La canzone L'ULTIMA ORA vede la collaborazione del cantautore Marco Cantini alla stesura di un testo che rievoca "l'ultima ora" del leader dei Nirvana Kurt Cobain.
AYUMI è una dolce ballata  ricamata tutta intorno dalla fisarmonica magistralmente suonata da Forti.
IN MEMORIA DI TE è tra le canzoni più belle del disco. Parrilli la dedica all'amico Matteo, compagno di classe ai tempi delle scuole superiori. In questa traccia il cantautore suona le chitarre, il pianoforte e il violino. Ed è proprio l'intro di pianoforte a destare subito l'attenzione al primo ascolto. La ballata è densa di emozioni. Di ricordi. E' una canzone che ha dentro il valore aggiunto di chi vive le cose della vita con il cuore. Versi come "E poi è finita anche la scuola / che i bei tempi ha portato via / sono iniziate le sfortune / e noi ci siamo persi". Magnifica.
IMMAGINI DIALETTICHE è un brano strumentale che vede Parrilli ai sintetizzatori e Boni alle prese con i sequencers. Solo loro due alle prese con un brano di musica sperimentale.
LE STRADE DI PARIGI (E CONTINUO A CHIAMARLO AMORE ?) è stata scritta a quattro mani con Marco Cantini che partecipa al pezzo con la sua voce: è un'altra grande canzone dove la voce dei due amici cantautori si alterna e ci accompagna in un viaggio che racconta l'esilio parigino del filosofo tedesco di origine ebrea Walter Banjamin. Questa è la prima delle canzoni di una sorta di trilogia che Parrilli, sensibile a vicende storiche e umane degne di essere ricordate, dedica proprio alla memoria del celebre filosofo della modernità.
UN'ALTRA STORIA DI ORDINARIA FOLLIA  vede la partecipazione alla voce di Stefano Benucci in arte Fano per raccontare un'altra pagina di storia, di vita e di esilio del filosofo tedesco Walter Benjamin.
Chiude il disco la tenue ballata IL SILENZIO DELLA NOTTE. In questo ultimo  episodio del disco Parrilli suona la sua chitarra accompagnato dalla sola - impeccabile - fisarmonica di Tosti. L'ultima notte di Walter Benjamin prima del tragico suicidio ad un passo dalla libertà è tutta lì in quei versi: "La notte porta consigli / qualche volta sbagliati / ma tanto domani / li avremo già dimenticati".
Marcello Parrilli nello spazio di dodici canzoni e tre quarti d'ora di tempo mi ha conquistato.
Le sue liriche attingono dalle vicende della vita quotidiana ma anche dal mondo della letteratura e della filosofia: sono riflessi che, in uno specchio,  mostrano tutta la stoffa di un ragazzo toscano che può tranquillamente definirsi un Signor Cantautore.




(MARCELLO PARRILLI - MENDICANTI DI UMANITA')






(MARCELLO PARRILLI - QUELLI DELLA MIA GENERAZIONE)